Agosto 25th, 2023 — General
Non ce la raccontano giusta
Nell’agosto 1968 le truppe del Patto di Varsavia invadono la Cecoslovacchia, stroncando sul nascere le aperture democratiche e libertarie della Primavera di Praga e del Sessantotto globale. I governanti della piccola repubblica rivolgendosi alla popolazione danno l’indicazione di fare solo resistenza passiva, coscienti che sarebbero stati deposti e sostituiti da un governo fantoccio imposto dagli occupanti. Dubček e Svoboda rinunciano al loro potere, legittimato dal popolo, evitando così distruzioni e inutili spargimenti di sangue. Breznev e i dirigenti URSS hanno militarmente vittoria facile ma l’invasione della Cecoslovacchia segna per l’Impero sovietico l’inizio della fine, una decadenza lenta fino alla dissoluzione.
Altri tempi e altra storia quanto accaduto in Ucraina dal 2014 ad oggi. La cosiddetta “rivoluzione arancione” si rivela un golpe orchestrato per inserire il Paese nell’orbita occidentale sottraendolo all’influenza russa. In questi periodici e continui scontri geopolitici tra USA, Russia e Cina, vogliamo conoscere le dinamiche del Risiko mondiale, restando fedeli all’antico motto: né Dio, né Stato, né servi, né padroni!
Capire innanzitutto che non ce la raccontano giusta e che la prima vittima di ogni guerra è la verità. Chi si opponeva al Primo Macello Mondiale (1914-1918) era considerato un filo-austriaco. Essere contrari al Secondo Macello (1939-1945) significava essere disfattisti e anti-italiani. Oggi a essere critici sulla benzina Nato gettata sul fuoco russo, si viene bollati come filo-putiniani. Deludente come sempre l’Unione Europea che ancora una volta si manifesta essere una unione monetaria delle banche e dell’alta finanzia del capitalismo occidentale a trazione anglosassone.
Nessuna apertura c’è stata ai disertori di entrambe le parti, ma solo sanzioni e altra benzina sul fuoco. Trent’anni di liberismo economico d’assalto in Ucraina non ha portato molto benessere alla popolazione: manodopera a basso costo, uteri in affitto, “cavie” per industria farmaceutica, emigrazione all’estero per sopravvivere: basti pensare alle decine di migliaia di badanti ucraine da anni in Italia. Con lo scoppio della guerra civile nel 2014 e l’invasione russa del 2022 la mobilitazione è permanente sia in campo civile che militare. Stop a scioperi e diritti sindacali, libertà di licenziamenti e legge marziale, chi rifiuta la divisa è costretto alla galera.
<<Armiamoci e partite>> dice Zelensky per riconquistare Donbass, Crimea, e rimanere legati al Fondo Monetario Internazionale, alla Nato e alle multinazionali già presenti da tempo in Ucraina. Non importa il massacro delle popolazioni e il pericoloso nazionalismo alimentato su entrambi i fronti, in un crescendo equilibrato di armamenti che non consente vincitori e vinti. Non importa neppure che il futuro governo di Zelensky e dei suoi sceneggiatori sarà ispirato allo Stato di Israele.
Per il momento, a guerra ancora in corso, le principali aziende italiane (Eni, Enel, Leonardo…) stanno già organizzando i grandi affari della ricostruzione e aziende italiane potranno essere delocalizzate in Ucraina, nella sicurezza che eventuali dissidenti, scioperanti e ribelli sociali subiranno la stessa sorte dei palestinesi. Mentre lo spettro della Terza Guerra Mondiale si aggira non solo in Europa, i fantasmi di Dubček e Svoboda ci ricordano che se i poteri buoni, le piccole eccezioni che confermano la regola non hanno speranza, ogni Impero, forte di solidi poteri criminali, non ha futuro. Questo assurdo sistema prima o poi collasserà sulle spalle delle nuove generazioni.
Agosto 25th, 2023 — General
Montagna e libertà: no al luna park alpino
Da tempo ormai sentiamo come un ritornello ripetere il mantra del turismo sostenibile, anzi slow! Questa sarebbe l’unica salvezza per i nostri territori, ma non è altro che il tentativo di spremere l economia ’ turistica basata sullo spostamento di masse di persone nei nostri spazi ristretti: basti vedere l’assalto degli ultimi anni alla Val di Mello.
Spazi che sempre più perdono la loro connotazione di bellezza, la gratuità del paesaggio e stupore della scoperta della differenza.
Assistiamo al fiorire di luoghi sempre più omologati, standardizzati e virtuali. L’ultimo esempio in ordine di tempo è quello dei borghi meta-verso a realtà aumentata, dove dotati di visori si può passeggiare per le strade e osservare tradizioni antiche (o inventate ad arte, se necessario): i primi due comuni italiani sperimentatori di questa trovata sono Albaredo e Buglio in Monte, grazie ai finanziamenti di regione Lombardia.
Altri nefasti esempi sono qr-code e telecamere che spuntano a ogni angolo, anche sui sentieri, perché tutto sia a portata di click e link, sicuro e tracciato. Il controllo totale: la spontaneità scompare. Le panchine giganti, i ponti sospesi, le piattaforme-belvedere e i parchi avventura: mete da raggiungere comodamente per un selfie, adatti alle esigenze commerciali dei vicini centri urbani.
Il prossimo mega-evento Milano Cortina 2026, con i suoi nuovi mostri di cemento e la militarizzazione dei territori, non farà che peggiorare una situazione già pessima. Nella neo-lingua del turismo sostenibile, ogni spazio naturale non sfruttato ci viene descritto come trascurato o pericoloso, ed ecco allora, di emergenza in emergenza, tra lupi, orsi e cinghiali, la necessità di controllare e addomesticare tutto. La natura a misura d’uomo: unico padrone del pianeta che sta distruggendo.
Noi crediamo invece che la montagna debba tornare ad essere uno spazio di libertà e di ribellione, dove l’intervento umano faccia passi indietro. Ci sembra quindi sempre più urgente contrastare questo modello artificiale di montagna e di società che sta prendendo piede nei nostri territori, a favore invece di più spazi liberati, sperimentazioni di autodeterminazione e autogestione dal basso, senza mediazioni istituzionali ed economiche. Non abbiamo ricette pronte o soluzioni facili, e crediamo che solo dal confronto diretto e dal dubbio che abita in ognuno di noi possano partire nuove esperienze.
Sicuramente sappiamo cosa non vogliamo: il lunapark alpino hi-tech abitato da automi dotati di visori, in cui la natura è relegata sullo sfondo e gli animali divengono merce da sfruttare per i “prodotti a km 0″ oppure pericoli da abbattere.
Maggio 9th, 2023 — General
Ieri le bombe oggi le bombolette
sono tutte scuse per metterci alle strette
Lunedì mattina 27 febbraio, alle ore 6.30, sono state effettuate due perquisizioni domiciliari a Sondrio ad opera dei locali carabinieri.
Le motivazioni ufficiali dell’operazione si riferiscono all’accusa di “danneggiamento aggravato” per delle scritte murali comparse a Morbegno in solidarietà ad Alfredo Cospito.
Sequestrati come da consuetudine volantini, riviste, telefoni smart e computer.
Vedremo in un futuro prossimo se la magistratura incaricata di queste indagini dimostrerà altrettanta solerzia nel verificare le infiltrazioni mafiose ‘ndranghetiste in merito agli appalti delle opere olimpiche in Valtellina.
Maggio 9th, 2023 — General
Per il bene comune contro la razza padrona – Venti di guerra continuano a soffiare in ogni angolo del Pianeta. Sanguinose operazioni militari a intensità variabile, dall’Ucraina alla Siria, dallo Yemen alla Palestina, alla miriade di conflitti locali che stanno devastando il continente africano.
La “guerra permanente” a profughi e migranti che fuggono da questi conflitti è solo un aspetto del cinismo che i nostri governi più o meno democratici mettono in campo contro i “dannati della terra”. Un cinismo utile a difendere i soliti privilegi di chi è abituato a vivere nell’oro e per ingordigia non è disposto a cederne neppure una minima parte. In questo contesto anche nei Paesi occidentali e benestanti aumentano a vista d’occhio i “dannati della terra”.
I costi materiali della sopravvivenza sono pericolosamente in aumento mentre il potere d’acquisto di paghe, salari, pensioni, redditi vari sono orientati al ribasso.
La crisi economica, guarda caso, incrementa scandalosamente i profitti di burocrati, sanitari, palazzinari, nuovi mafiosi dell’imprenditoria, vecchi manager dell’industria bellica…in poche parole la razza padrona sta tirando troppo la corda con l’arroganza tipica di chi si sente vincente, impunito e superiore ad ogni etica. L’aumento dei super-profitti viaggia di pari passo con la crescita di licenziati, senza casa, sfrattati, precari in difficoltà, poveri che non ce la fanno più, marginali sempre più ai margini e giovani senza futuro. Oggi non è più tempo di mediazioni. O si sta con la razza padrona e la ragion di Stato, con i suoi apparati bellici e militari, le quotidiane repressioni contro ogni dissenso, le sue infami galere di cui il 41 bis è solo la punta dell’iceberg, o si cambia direzione.
Sperimentare con saggezza e buon senso nuove forme di relazioni umane, in armonia coi territori in cui viviamo, significa segnare un chiaro punto di svolta. Attivarsi quindi per ricreare comunità di base fondate sul mutuo appoggio, la solidarietà, il bene comune. Insorgere quando i poteri forti ci mettono con le spalle al muro.
Maggio 9th, 2023 — General

Altri animali – Possiamo paragonare la condizione degli animali costretti a sopravvivere negli allevamenti intensivi con una temporanea prigionia in regime di 41 bis. Questo prima di essere uccisi per alimentare la nostra infinita fame di carne.
Il sistema capitalista in cui viviamo reclude tutti gli animali, umani e non umani, liberi e selvaggi, nelle proprie prigioni. Che sia nel Casteller per gli orsi del Trentino, oppure nei regimi speciali di 41Bis e alta sorveglianza per i ribelli: tutti lottano per la libertà!
Tutto ciò che non rientra nell’utilità produttiva, o che la rallenta, viene segregato ed eliminato. Anche noi umani siamo animali e solitamente non veniamo divorati dai nostri simili.
Troppo spesso però, non siamo pienamente consapevoli che le torture inflitte agli altri animali prima o poi qualcuno le applica al genere umano. Auschwitz insegna. E Israele non impara.
Maggio 9th, 2023 — General
Padroni di servire a casa nostra – Prima della siccità e dell’attuale disastro ecologico la provincia di Sondrio, cioè Valtellina e Valchiavenna, è stata trasformata in una colonia energetica al servizio delle industrie padane. Impianti idroelettrici costruiti nei primi anni del Novecento e fortemente potenziati dagli anni Cinquanta e Sessanta in poi forniscono circa 5 miliardi di kWh annui con 400 milioni di metri cubi di acque trattenute a monte nelle 56 dighe presenti nelle vallate Retiche e Orobiche. Colonialismo significa saccheggiare le risorse di un territorio a danno dei suoi abitanti, al di là di qualche limitato vantaggio iniziale. Ad esempio la mole di lavoro nella costruzione di queste grandi opere ha occupato molti valtellinesi che non si sono certo arricchiti, evitando però l’emigrazione o la fame.

Padroni di servire a casa nostra.
Ma nelle nostre terre ai confini dell’Impero esiste anche un colonialismo di serie B. Quello turistico. Da decenni a questa parte si è scoperto il fascino della montagna coi suoi paesaggi fiabeschi che incantano la vista. Una boccata di ossigeno e piacevoli ritmi tranquilli per chi è abituato ad una vita lavorativa di stress, circondato da palazzi, quartieri dormitorio, centri commerciali, capannoni, svincoli, tangenziali … Si è però perso da tempo il fascino discreto del fondovalle, sempre più urbanizzato, con capannoni cresciuti come funghi mentre per tangenziali, svincoli e sopraelevate si sta lavorando seriamente sull’onda delle Olimpiadi invernali 2026. Non solo in montagna, ma in ogni zona turistica il territorio viene puntualmente stravolto con forte aumento di prezzi e di affitti a danno dei locali abitanti. I luoghi incantevoli diventano esclusivi per turisti benestanti. Limitati o interdetti ad ogni valligiano poco danaroso.
Con i grandi affari legati alle opere olimpiche arriveranno milioni di euro che finiranno nelle tasche dei soliti noti e di novelli ignoti. Anche in questo caso per i valtellinesi ci saranno dei vantaggi immediati, cioè le briciole, mentre i danni al territorio e all’ambiente saranno perenni. Pensiamo solo al traffico di veicoli e ai gas di scarico già da oggi rilasciati in Valle dai flussi turistici di venerdì all’andata e di domenica al ritorno. Tutto questo per garantire una fluida viabilità nel consumare la Magnifica Terra di Bormio o nel godere del consumismo nell’oasi fiscale di Livigno. La Valtellina è già abbastanza colonizzata. Ci mancavano solo le Olimpiadi del 2026.
Nel frattempo, in questa incerta Primavera… speriamo che piova.
Gennaio 23rd, 2023 — General
Contro la peste digitale – Ognuno è figlio della sua epoca. Anche per questo prendersela con i giovani d’oggi è fuori luogo. Hanno avuto purtroppo una pessima eredità. E pure una pessima educazione.

Un’eredità fatta di mille incertezze sull’onda del disastro ecologico in atto, e come effetto domino un insieme di infinite negatività collaterali.
Un’educazione improntata sul primeggiare nel primato dei consumi, in una realtà socialmente polverizzata. Il tutto mediato da social, internet e da strumenti tecnologici che limitano i rapporti fisici e diretti da sempre presenti nelle relazioni umane. La peste digitale è pericolosamente contagiosa e colpisce soprattutto le nuove generazioni, nate con gli smart e i tablet nella culla…
Anche un mondo mosso dagli algoritmi è una pessima eredità.
Ansie da prestazione, superficialità relazionali, tempi sempre più ristretti e ritmi anfetaminici, sviluppo dell’individualismo menefreghista sono alcuni degli effetti collaterali che affliggono gli adolescenti. Le responsabilità di tutto questo appartengono però alle vecchie generazioni. Maledetti vecchiacci!!! … legati al profitto, al potere e al conformismo.
Ma, per i giovani, non tutto è perduto. Basta ricreare forme di socialità diretta, pensare più al sesso che ai social, godere della natura, degustare buone letture e fare della cultura un valore, esigere un futuro antiautoritario. Equo e solidale. Senza dimenticare che – come recità una simpatica pubblicità radiofonica – “il computer non ha il tasto della passione”.
Settembre 12th, 2022 — General
Le vostre bollette non le paghiamo – gli aumenti delle bollette di e lettricità e gas costituistcono un sacrificio richiesto alla società civile (le classi medie e basse: i ricchi non ne risentiranno granché) per la “difesa della democrazia”. In concreto queste sono conseguenze che derivano delle Sanzioni imposte alla Russia, come contrasto alla guerra condotta contro l’Ucraina. Di fatto le sanzioni non stanno funzionando e la guerra non si sta fermando, ma gli aumenti dei costi dell’energia dovremo pagarli noi tutti.
Ma forse la situazione non è neppure così semplice, perché gli aumenti del costo dell’energia sono anche indottia tavolino con le speculazioni finanziarie alla Borsa di Amsterdam sul
costo del gas con cui fanno lauti guadagni i fondi e le banche d’affari (come Goldman Sachs).
Infine, a causa di leggi (volutamente) scritte male, si generano enormi extraprofitti, per aziende come Eni ed Enel: infatti tutta l’energia messa in vendita, anche que
lla prodotta con fonti rinnovabili, viene prezzata parametrandosi al prezzo del metano (che aumenta per i motivi scritti sopra).
In pratica, una ennesima crisi annunciata da tempo. Chi ci guadagna… Chi si trova a fare i ‘sacrifici’. Forse questa volta è il caso che diciamo “Basta!”
Settembre 12th, 2022 — General

Nuovo governo per il primo giorno di Scuola
<<Toh chi si rivede!>> <Mi fa piacere. Tu dove stai?>
<<A destra centro>> <Io a centro destra>
<<Ma qualcuno manca…>> <Si, bocciato. Aveva la colpa di pensare con la sua testa. >
<<Ma a sinistra chi c’è?>> <Ma dove vivi?! Non c’è più la
sinistra!>>
<<Ma allora chi fa l’opposizione?>> <E’ passata al popolo che non è andato a votare.>
<<Posso sperare in un Ministero?>> <Si, ma piccolo. Ha già un nome: difesa dei panda, delle donne, dei gay. Senza portafoglio>
<<E la difesa?>> <Molto importante. Si chiama “difesa dei parlamentari, degli evasori
fiscali, delle multinazionali.>
<<E dell’estero chi si occupa?>> <Quelli che fanno affari con la Cina, gli Emirati Arabi e la Nato.
Poi…i produttori di armi>
<<E l’Ucraina non fa più notizia?>> <C’è una Commissione apposta per abolirla. Troppi fastidi.>
<<E la Scuola?>> <Ci sarà un Ministro che non rappre- senta alcun partito. Si chiama “Ministero dell’Ignoranza Costrut- tiva”. Abolite le nozioni gli alun- ni si esercitano con gli smart. Pronti per la nuova società dove il pensiero è pericoloso.>
<<Ti ricordi cosa è successo dopoil ‘68? Una catastrofe! Quintali di
eroina per farli tacere per sempre!…
…Il Ministero della Famiglia? <Madre, padre, figli. Tutto il resto si può usare per gli eventi di folklore>
<<E la Sanità?>> <Non occorre alcun intervento. Coi vaccini a go’ go’ terremo tutto sotto controllo. Smaltimento anziani.
Licenziamento medici esperti.
Miliardi su miliardi alle case
farmaceutiche.>>
<<Eravamo sulla buona strada con Draghi!>>
Giugno 28th, 2022 — General
Gli anni di pandemia sono stati un periodo proficuo per aumentare la pressione da parte di istituzioni e multinazionali hi-tech della digitalizzazione in agricoltura: trattori autonomi, telecamere e droni, intelligenza artificiale, robotica, … promozione degli ogm… Sarebbe però meglio distinguere tra agricoltura e allevamento e tra ‘bio’ e ‘intensivo’.
Ma bisogna considerare che nella coltivazione l’importanza del biologico può essere anche sensibile, visto che a fronte di costi maggiori, consente di preservare l’ambiente e i terreni e di evitare inquinanti in dosi massicce.
Lo stesso non si può dire dell’ “allevamento biologico”: l’allevamento cosiddetto bio, che dalle nostre parti coincide con quello “degli alpeggi” è un paravento a favore di etichette e pubblicità bucoliche e richiamo a tradizioni passate, per nascondere la realtà costante fatta di sfruttamento: capannoni, antibiotici, foraggi ogm, uccisione e ingravidamento forzato … una serie di orrori che gli umani nella storia moderna hanno dimostrato di saper estendere anche ai propri simili, in modo asettico e razionale. Un sistema inaccettabile verso gli umani, ma approvato e finanziato se coinvolge altri animali senzienti.
Senzienti vuol dire che ‘sentono’ paura, emozioni, ricordi, che in natura avrebbero rapporti sociali, che apprendono esperienze e le trasmettono fra generazioni.
Non c’è miglior rappresentazione del capitalismo, che nella catena dell’allevamento intensivo. 
Ma dobbiamo fare i conti col fatto che l’allevamento intensivo è l’unico che consente di portare bistecche e formaggi nella maggioranza dei piatti, a costi relativamente ridotti, ridotti anche grazie alla pioggia di sostegni al settore derivati dalle tasse di tutti.
Senza l’allevamento intensivo i prezzi e i costi produttivi sarebbero vertiginosi, un po’ come la presunta soluzione tecnologica della carne creata in laboratorio (l’ennesima non-soluzione commerciale).
Le fette di prosciutto (intensivo oppure bio) sugli occhi ci evitano di vedere le correlazioni tra filiera di prodotti animali e inquinamento globale, con presenti e future pandemie (mucca pazza, covid 19, peste suina, etc..), della distruzione di foreste per coltivazione da soia ogm (destinata ai foraggi anche valtellinesi), degli incendi dolosi boschivi anche nelle nostre zone.
Ma soprattutto ci evitano di considerare la evitabile sofferenza diretta e pianificata verso chi si trova dall’altra parte della parete di un allevamento o di un macello. Verso chi, rispetto a noi, comunque senziente è però nato in un corpo diverso.