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Olimpiadi 2026: Livigno perla dell’Alta Valle?

Olimpiadi 2026: Livigno perla dell’Alta Valle? – Se Livigno, come ha scritto il quotidiano “Il Giorno”, è la perla dell’Alta Valle i capannoni tra Sondrio e Castione sono una collana di diamanti.

Livigno, proiettata verso le olimpiadi invernali, nel frattempo, riceverà 19 milioni di euro per realizzare un mega posteggio interrato in prossimità dell’impianto di risalita “Mottolino”.

Certo, Regione Lombardia finanzierà con 13 milioni anche la realizzazione di tre gallerie paravalanghe per complessivi 780 metri.

Si insiste nelle opere funzionali al gran turismo sullo stile della tangenziale di Tirano e ad una viabilità di veloce transito, dove gli abitanti della Valle potranno usufruire principalmente dei gas di scarico.

La montagna, Olimpiadi o meno, avrebbe bisogno di ben altri interventi per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio ma, di tutto questo, potrebbero guadagnarci solo gli abitanti della Valle e non i soliti marpioni dell’edilizia.

Insomma… certi gioielli è meglio perderli che trovarli e non si facciano illusioni gli umili valtellinesi di usufruire di vantaggi economici grazie ai finanziamenti olimpici.

Di soldi ne arriveranno tanti ma sanno già dove andare.

Ricchi&Poveri

 

Ricchi&Poveri Esistono i poveri perché ci sono i ricchi. Il problema sta tutto qui e non è un problema di facile soluzione. Di fronte a una popolazione di quasi 8 miliardi, poche migliaia di persone possiedono la maggior parte delle risorse economiche, energetiche e umane del Pianeta, e ne decidono l’utilizzo.

E’ una scala a piramide che dall’alto in basso suddivide l’umanità in caste sociali grazie a perversi meccanismi per cui chi è già ricco potrà facilmente accumulare più ricchezze mentre chi è povero lo diventerà sempre di più.

Non c’è nessun complotto in atto, è un sistema che funziona così. Ci parlano di democrazia, libertà e sovranità del popolo, di economia verde per ridimensionare il disastro ambientale ma è tutta una presa in giro.

Fumo negli occhi.

L’importante è non toccare il meccanismo, meglio ancora, fingere che non esista.

Volgare sfruttamento, ricatti economici, monopoli indiscutibili, metodi mafiosi legalizzati per estorcere sangue e sudore, esproprio di territori per speculazioni e nuovo cemento non sono casuali.

Non dipendono dal destino, dalla sfortuna o dallo sfavore degli Dei.

Questo perverso meccanismo andrebbe messo fuori uso, o almeno inceppato con qualche granello di sabbia negli ingranaggi.

Iniziando magari a evitare acquisti via internet, la digitalizzazione delle nostre identità, disertando la grande distribuzione, il consumismo usa e getta, l’utilizzo dissennato di combustibili fossili… sostenendo chi lotta per i diritti e la difesa dei beni comuni.

Solo una tempesta di sabbia ci potrà liberare.

Nel frattempo ognuno di noi può scegliere quando essere un granello abrasivo oppure una goccia di olio nel motore di questo mondo.

ispirazioni

non facciamo del copyright un valore, ci basiamo sull’ispirazione… facendo nostre alcune considerazioni e ribadendo invece alcune distanze

Scarica e diffondi:    Nolasciapassare – antiaut

Obbligo vaccinale e tutele negate

Obbligo vaccinale e tutele negate

A Giugno in tutta Italia sono partite migliaia di lettere di richiamo al personale medico, infermieristico e sanitario, “colpevole” di non volersi vaccinare con i vaccini sperimentali anti covid. Queste migliaia di persone (10mila solo in Lombardia) ora stanno facendo ricorso contro la minacce di sospensione dal lavoro, per difendere la propria scelta individuale e professionale. Si tratta di lavoratori e lavoratrici che, durante la prima fase della pandemia, hanno affrontato l’emergenza senza direttive chiare, con turni massacranti, privi di protezioni efficaci per sé e per i pazienti, sotto minaccia dirichiamo se chiedevano maggiori tutele. Ma parallelamente nella propaganda televisiva venivano chiamati eroi.

Nelle strutture socio-sanitarie sono mancati sostegni da parte delle ATS, che al contrario hanno scaricato il “peso” dei contagiati gravi o anziani nelle RSA scatenando nuovi focolai. I più deboli sono stati falciati da una gestione centrale sbagliata, confusa e impreparata.

Ma oggi lo Stato sfrutta proprio la retorica della difesa dei soggetti deboli per imporre l’obbligo vaccinale al personale socio-sanitario. Guardando le decisioni prese, un possibile slogan istituzionale di inizio pandemia poteva essere “prima il profitto (dopo le vite)! “. Poi è arrivato il lessico militarista, culminato nella gestione in tuta mimetica della fase vaccinale.

Militari: i nuovi eroi in prima serata nella guerra al virus!

Sanitari e socio-sanitari, invece, declassate in poco tempo da eroi a untori. Mai ascoltate, sempre sotto minaccia, prima sovraesposti al virus senza tutele adeguate, ora costretti a lottare da sole, spesso senza aiuto di colleghi e sindacati, di fronte ad un obbligo vaccinale ingiusto, imposto solo alla loro categoria, e posti di fatto di fronte alla minaccia “o il lavoro o la libertà di scelta” sul proprio corpo e sulla propria salute.

La difesa della salute per lo Stato è mera propaganda… ma se il mondo va a rotoli, è perché non mi vaccino.

Genova2001… un giorno prima… vent’anni dopo

Genova2001… un giorno prima… vent’anni dopo

1968. Movimento contagioso e antiautoritario di contestazione studentesca.

1969. Strage di Stato di piazza Fontana, 16 morti. Assassinio del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli nella questura di Milano, strategia della tensione: creare paura tra la gente per consolidare governi sempre più autoritari.

1977. Movimento creativo di contestazione, non solo studentesco e non solo giovanile. Contagiosissimo. La critica radicale contro poteri di destra e di sinistra non fa sconti a nessuno. Repressione poliziesca, carri armati a Bologna e diffusione capillare e sistematica dell’eroina per distruggere una generazione ribelle, poco disposta alla sottomissione. Si arriva alla fine degli anni Ottanta con quasi mezzo milione di tossicodipendenti in Italia.

2000. Inizia il terzo millennio con la marea montante dei movimenti che in tutto il mondo rivendicano la necessità di un punto di svolta. Risolvere i problemi di crisi ambientale, inquinamento, per il diritto a lavoro, salute, dignità delle persone, contro l’1 per mille dell’umanità che decide vita, morte e miracoli dell’intero pianeta.

2001. Luglio. Genova. Il G8 diventa l’occasione per terrorizzare chiscende in piazza. Lo Stato (di polizia) italiano è il braccio esecutivo: uccisione di Carlo Giuliani, massacro dei manifestanti, torture agli arrestati…ma sono questi poteri forti a dettare le linee della repressione: “siamo in democrazia e qualche critica ve la concediamo ma ora basta, avete esagerato e meritate una esemplare punizione”. L’essenza delle giornate di Genova sta tutta qui.

Ma la repressione non può comunque soffocare i desideri di allora, che ancora tornano, in questo nostro mondo che sta andando a pezzi.

2011. Valsusa. L’Assedio Notav porta alla ‘conquista’ della Baita Clarea e alla rinnovata fiducia nell’unità di movimento, delle lotte dal basso in difesa del territorio, fatte di vere proposte alternative.

…E oggi… In tutto il mondo continuano a sollevarsi proteste dal basso per la tutela dell’ambiente, dei territori, della salute. Sarebbe utile che ognuno ci mettesse del suo: anche in Valtellina. Qui, dove il territorio è solo un bene commerciabile, sottoposto a espropri di terreni e coltivazioni, e cemento, tutto in vista di presunti beni superiori: la viabilità veloce turistica, le olimpiadi, i nuovi centri commerciali (non ce ne sono a sufficienza?), l’installazione di “salubri” antennone 5G, lo sfruttamento idroelettrico per conto terzi…

… il veleno della grande distribuzione

il veleno della grande distribuzione

Attenti a quei due ! ! !

Attenti a quei due ! ! ! Attilio Fontana e Letizia Moratti. Lui poco Fontana, lei poco Letizia. L’acqua che ’ sgorga come fonte di vita non richiama certo la figura del presidente della Regione. Con il Covid in azione non ne ha azzeccata una, oltre alla pessima manovra dei camici acquistati dalla ditta del cognato e della moglie.

Che poi, uno che si chiama Fontana, per coerenza, dovrebbe fare l’idraulico e non il governatore della Lombardia. Ma… sia ben chiaro, se fosse idraulico veramente e avessimo bisogno di riparare qualche tubo non chiameremmo di certo l’Attilio.

La Letizia invece tanta gioia non ha portato alla scuola pubblica quando era ministra, né ai cittadini milanesi quando era sindaca. Neppure ai lombardi di piana, di monte e di lago, ora che è assessore regionale ad una sanità più privata che pubblica. Una sanità che con le sue eccellenze non guarda in faccia a chi si ammala per l’ambiente tossico, ha problemi economici, invalidità, un tumore in corso, un esame troppo in là nel tempo… Questi dirigenti della regione più popolosa, produttiva e inquinata d’Italia stanzieranno oltre 7 milioni di euro, guarda caso, alla sanità privata. A discapito dei pochi presidi sanitari pubblici.

Riusciranno con questo a far chiudere anche il Morelli di Sondalo o il Presidio di Chiavenna?

Fontana politicamente è intasato. La Moratti da ex, ex, ex… resta sempre sulla cresta dell’onda, anche elettorale. Forse ce la ritroveremo prossima governatrice della Lombardia.

Soldi privati, pubbliche virtù.

Affamati di ghiaccio

Affamati di ghiaccio      In una città socialmente inutile come Sondrio da decenni a questa parte non mancano le geniali idee moderniste da parte delle varie amministrazioni comunali.

Dal crimine edilizio del condominio Campello ai fallimenti commerciali di Piastra e Garberia, allo scempio dell’area Carini, dagli anni Sessanta ad oggi si è insistito nel trasformare una pittoresca cittadina in un luogo asettico, dove un turista ci può capitare solo per sbaglio.

L’ultima genialata edilizia, complici le olimpiadi Milano Cortina del 2026, pare sia la futura realizzazione di una Arena-Palaghiaccio, struttura polifunzionale con tanto di parete per l’arrampicata sportiva, che nelle città di pianura va sempre più di moda.

Con 2000 posti di capienza e un costo iniziale di 17 milioni di euro i promotori prevedono nuove emozioni sportive. Peccato che verranno sacrificati alcuni tra gli ultimi prati della piana, tra il campus scolastico, la statale 38 e il fiume Adda che, in caso di future e probabili esondazioni, aumenterà di sicuro il livello emozionale della popolazione.

Ma chi sono i sostenitori di questa “straordinaria intuizione”? Oltre al sindaco d Sondrio Marco Scaramellini, la sua giunta e le federazioni del ghiaccio e dell’arrampicata non mancano gli amministratori regionali Antonio Rossi e Massimo Sertori.

Quest’ultimo, grazie all’elettorato leghista, dal suo paesello di Ponte Valtellina ne ha fatta di strada, arrampicandosi a Milano ai piani alti del Pirellone.

Nell’insieme i solito politici e trafficoni che si sciacquano la bocca con grandi opere al servizio della comunità.

La loro fame di ghiaccio è un semplice spritz.

In attesa della grande abbuffata milionaria. 

le idee non sono, se restano ferme nella testa

Questi fogli nascono dall’idea di diffondere in Valtellina, Valchiavenna, AltoLario, e oltre… pensieri e riflessioni di ispirazione libertaria su temi estremamenti attuali. Attuali non significa legati alla cronaca quotidiana ma che hanno grande attinenza con i nostri tempi. Avendo scopo divulgativo, per esigenze di leggerezza e leggibilità, i testi su carta non danno spazio a rimandi a fonti e ad approfondimenti. Per questi abbiamo attivato il sito e una email.

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