Quando tempi oscuri si affacciano all’orizzonte assai sbagliato è il pensare che qualsiasi cosa succeda, tanto non toccherà a noi. Condito il tutto da fatalismo e rassegnazione si arriva a quell’indifferenza generalizzata che segna i nostri tempi moderni.
Non è solo una questione di crisi economica che, dai ceti medi in giù, colpisce duramente il nostro potere d’acquisto. In ogni parte del mondo si affermano regimi autoritari e le nostre stesse democrazie perdono credibilità alla prova dei fatti concreti che condizionano le nostre esistenze, all’ombra di precarietà, incertezze e repressioni del dissenso.
Una civiltà sempre più digitale, affamata di dati riguardanti ogni aspetto della nostra vita è solo l’aperitivo di una grande tavola che ricopre l’intero Pianeta. Si prospetta per il futuro una grande abbuffata, non solo economica, per i padroni della finanza, del Capitale e di chi ha in mano le leve del comando. E’ la solita arroganza di Potere, godendo nel decidere della vita e del destino di miliardi di persone e dell’intero eco-sistema.
Al di sopra di ogni governo il mondo digitale che ci circonda è inevitabilmente totalitario. Non esistono obblighi di legge nell’essere connessi a internet, sviluppare un rapporto erotico con il proprio smartphone o comunicare via social ma, senza strumenti digitali, non si va quasi da nessuna parte. Lavoro, burocrazia, acquisti, viaggi, servizi… tutto è connesso alla rete e i pesci siamo noi. Ribellarci al futuro significa non accettare passivamente tutto quello che ci viene calato dall’alto, vuol dire rifiutare la cultura dell’immagine, dell’apparenza, imparando a guardare la sostanza dei fatti. E’ nell’oggi che bisogna dunque agire, contestando ogni autoritarismo, togliendo consenso alla propaganda di guerra, disertando social e una dimensione virtuale che vita non è.
Un appello soprattutto alle nuove generazioni affinché la cultura della diserzione diventi pratica di libertà, anche nella prospettiva che una eventuale reintroduzione del servizio militare obbligatorio trovi la massima opposizione possibile.
Oggi esiste ancora qualche spazio di libertà ma affrettiamoci a ribellarci al futuro. I bimbi crescono, i genitori invecchiano e i tempi stringono.