Prima del 1948 in Palestina convivevano tranquillamente palestinesi arabi e palestinesi ebrei. E c’era pure qualche cristiano. Una libera federazione amministrata senza la piramide dello Stato che sostituisse il protettorato inglese (ancora loro a creare problemi) non era certo contemplata. Si è scelto la soluzione
peggiore, cioè fondare lo Stato di Israele per raccogliere gli ebrei della diaspora dando così avvio alla catastrofe. Un vero peccato anche perché gli ebrei sparsi per il mondo sono sempre stati una ricchezza culturale e non pochi hanno contribuito al pensiero antiautoritario anarchico e rivoluzionario.
Gli ebrei nazionalizzati e dotati di uno Stato autonomo non hanno fatto altro che diventare a loro volta dei colonialisti togliendo terre, diritti e libertà agli abitanti del luogo non ebrei. Cioè agli arabi palestinesi.
Tutto il resto è conseguenza che arriva fino ai giorni nostri con il genocidio di Gaza. Un
grave problema che ci crea Israele e che i suoi metodi autoritari, la detenzione amministrativa con la carcerazione pur in assenza di reati, un sistema soffocante di controllo, la presenza costante sul territorio di polizia e militari è diventato un pessimo
modello per ogni democrazia occidentale.
E nessuno ci toglie dalla testa l’idea che anche una democrazia può essere totalitaria.