Affamati di ghiaccio In una città socialmente inutile come Sondrio da decenni a questa parte non mancano le geniali idee moderniste da parte delle varie amministrazioni comunali.
Dal crimine edilizio del condominio Campello ai fallimenti commerciali di Piastra e Garberia, allo scempio dell’area Carini, dagli anni Sessanta ad oggi si è insistito nel trasformare una pittoresca cittadina in un luogo asettico, dove un turista ci può capitare solo per sbaglio.
L’ultima genialata edilizia, complici le olimpiadi Milano Cortina del 2026, pare sia la futura realizzazione di una Arena-Palaghiaccio, struttura polifunzionale con tanto di parete per l’arrampicata sportiva, che nelle città di pianura va sempre più di moda.
Con 2000 posti di capienza e un costo iniziale di 17 milioni di euro i promotori prevedono nuove emozioni sportive. Peccato che verranno sacrificati alcuni tra gli ultimi prati della piana, tra il campus scolastico, la statale 38 e il fiume Adda che, in caso di future e probabili esondazioni, aumenterà di sicuro il livello emozionale della popolazione.
Ma chi sono i sostenitori di questa “straordinaria intuizione”? Oltre al sindaco d Sondrio Marco Scaramellini, la sua giunta e le federazioni del ghiaccio e dell’arrampicata non mancano gli amministratori regionali Antonio Rossi e Massimo Sertori.
Quest’ultimo, grazie all’elettorato leghista, dal suo paesello di Ponte Valtellina ne ha fatta di strada, arrampicandosi a Milano ai piani alti del Pirellone.
Nell’insieme i solito politici e trafficoni che si sciacquano la bocca con grandi opere al servizio della comunità.
La loro fame di ghiaccio è un semplice spritz.
In attesa della grande abbuffata milionaria.
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