Due popoli nessuno Stato sarebbe la soluzione ideale per la Palestina. Un territorio gestito orizzontalmente soltanto a livello amministrativo senza, per l’appunto, la piramide dello Stato con le sue forze armate e il suo apparato burocratico. Una splendida utopia oggi assai lontana dalla realtà dei fatti.
Riconoscere o meno lo Stato di Palestina o condannare solo a parole il genocidio a Gaza e la pulizia etnica in Cisgiordania significa nell’immediato non voler andare alla radice del problema. Solo atti concreti come le mobilitazioni spontanee e selvagge, i blocchi in tutto il paese, potranno portare alla sospensione degli accordi militari, commerciali, sportivi con lo Stato genocida di Israele. Tutto il resto è ipocrisia di Stato a partire dalle retoriche politiche e sindacali di chi, all’ultimo momento, vuole con un colpo di spugna cancellare le proprie connivenze e dirottare la lotta per la Palestina, togliendo voce alle vere istanze del popolo palestinese. Ipocrisia di una Unione Europea impegnata ad alimentare la propaganda di guerra contro la Russia, per sostenere i propri piani di riarmo in un nuovo scenario di guerra globale, e per sostenere i piani neo-coloniali di Trump e Blair per controllare in modo definitivo le terre di Palestina. Ipocrisia di Stati a cui non interessa fermare il genocidio a Gaza e le continue aggressioni militari israeliane nel resto del Medio Oriente, Mediterraneo compreso. Per questo sappiamo che è solo dal basso che tutto questo si può fermare, dai popoli in rivolta in Europa come in tutto il mondo!