RIVOLTE D’OTTOBRE

Dagli U.s.a. all’Indonesia, dall’Ecuador all’Europa: quello di cui i media ci parlano poco e male. Dalla rivolta contro ricche oligarchie (Indonesia), all’indignazione per la violenza e le bombe sui palestinesi (Europa), dalla rabbia contro il razzismo istituzionale (U.sa.), alla lotta contro la devastazione ambientale neoliberista (i nativi in Ecuador). Motivi diversi, fiumi di persone nelle piazze, rivolte popolari. Le proteste, pur variegate, restano orgogliosamente indipendenti e senza capi.

 

Protagonisti sono i giovani e giovanissimi. Altre proteste antigovernative sono in corso in Nepal, in Marocco, in Madagascar, India e Perù. Capita in alcuni casi che gli oppressori vengano tirati giù dal piedistallo e diventino un po’meno distanti. In altri casi le manifestazioni puntano a “bloccare” l’ingranaggio che muove oppressione e violenza istituzionale.

 

Gli esiti finali non sono scontati ma in queste prese di coscienza nelle nuove generazioni è evidente un fermento da non sottovalutare, la disponibilità azzardata a mettere in discussione quello che per troppo tempo, per ignavia, abitudine o senso di impotenza, è stato lasciato intoccato.