Intifada in tutto l’Occidente

Continueremo a contrastare tutti coloro che credono di appartenere a una razza superiore o a un popolo eletto da Dio. In parole povere contro i crimini del suprematismo bianco che dopo secoli di colonialismo ha avuto la sua massima espressione nel nazismo tedesco. Un suprematismo che tuttora continua globalmente nello sfruttamento etnico e di classe contro le “razze” considerate inferiori. Il suprematismo ebraico, con la perversa ideologia sionista, ha fondato lo stato di Israele occupando con violenza terre palestinesi espellendone gli abitanti. E’, di fatto, uno Stato nazionale e religioso dove chi non è ebreo, quando va bene, è un abitante di seconda o terza classe.

I Sionisti, nonostante i 6 milioni di ebrei assassinati con l’Olocausto, l’orrore dei campi di sterminio e la segregazione razziale, si comportano con i palestinesi con gli stessi metodi usati dai nazisti. Arrivano a bollare di antisemitismo proprio gli antisionisti e antifascisti che solidarizzano col popolo palestinese, e che, in altri tempi, sarebbero stati tra le fila di coloro che aiutarono gli ebrei perseguitati.

Oggi i grandi difensori di Israele, a iniziare dalla Von der Leyen e dal cancelliere Merz, il nazismo “ce l’hanno nel DNA”. Del resto ai suprematisti bianchi cosa gli frega dei palestinesi? Umiliati, offesi e massacrati per aver praticato da decenni RESISTENZA contro una occupazione militare continua e soffocante. Nei nostri complici Paesi occidentali questo genocidio in atto, questo contemporaneo crimine contro l’umanità sta risvegliando molte coscienze dal letargo dell’indifferenza, non dimenticando i pericoli del riarmo europeo e l’attacco all’Iran. Manifestazioni diffuse sempre più numerose e partecipate, blocchi portuali, scioperi per Gaza grazie all’attivismo dei sindacati di base, contestazioni, boicottaggi e pure sabotaggi sono l’espressione di questo risveglio di umanità. E’ un’onda in crescita che potrebbe diventare tempesta. Non è un caso che nei cortei di mezza Italia si insiste a gridare … “Fuori i militari dal Medio Oriente, Intifada in tutto l’Occidente. E’ finita l’epoca dei piagnistei e del vittimismo. E’ l’ora di mettersi in gioco in prima persona ognuno come può, come vuole e come riesce in questa Intifada ancora tutta da sviluppare. Per sostenere le popolazioni palestinesi ma anche per ricon­quistare i nostri spazi di libertà sempre più ristretti. Per contrastare i guerrafondai d’Italia, d’Europa, e degli Stati Uniti innanzitutto e per far tornare di moda la lotta di classe, il conflitto sociale e ogni azione contro qualsiasi autorità.

Quando le nuove generazioni un giorno ci chiederanno: ”ma voi durante il genocidio di Gaza dove eravate?”, potremo rispondere a testa alta “eravamo in piazza a protestare e impegnati in mille attività contro ogni supremati­smo e contro istituzioni democratiche sempre più autoritarie e assolutiste”.