Per il bene comune contro la razza padrona – Venti di guerra continuano a soffiare in ogni angolo del Pianeta. Sanguinose operazioni militari a intensità variabile, dall’Ucraina alla Siria, dallo Yemen alla Palestina, alla miriade di conflitti locali che stanno devastando il continente africano.
La “guerra permanente” a profughi e migranti che fuggono da questi conflitti è solo un aspetto del cinismo che i nostri governi più o meno democratici mettono in campo contro i “dannati della terra”. Un cinismo utile a difendere i soliti privilegi di chi è abituato a vivere nell’oro e per ingordigia non è disposto a cederne neppure una minima parte. In questo contesto anche nei Paesi occidentali e benestanti aumentano a vista d’occhio i “dannati della terra”.
I costi materiali della sopravvivenza sono pericolosamente in aumento mentre il potere d’acquisto di paghe, salari, pensioni, redditi vari sono orientati al ribasso.
La crisi economica, guarda caso, incrementa scandalosamente i profitti di burocrati, sanitari, palazzinari, nuovi mafiosi dell’imprenditoria, vecchi manager dell’industria bellica…in poche parole la razza padrona sta tirando troppo la corda con l’arroganza tipica di chi si sente vincente, impunito e superiore ad ogni etica. L’aumento dei super-profitti viaggia di pari passo con la crescita di licenziati, senza casa, sfrattati, precari in difficoltà, poveri che non ce la fanno più, marginali sempre più ai margini e giovani senza futuro. Oggi non è più tempo di mediazioni. O si sta con la razza padrona e la ragion di Stato, con i suoi apparati bellici e militari, le quotidiane repressioni contro ogni dissenso, le sue infami galere di cui il 41 bis è solo la punta dell’iceberg, o si cambia direzione.
Sperimentare con saggezza e buon senso nuove forme di relazioni umane, in armonia coi territori in cui viviamo, significa segnare un chiaro punto di svolta. Attivarsi quindi per ricreare comunità di base fondate sul mutuo appoggio, la solidarietà, il bene comune. Insorgere quando i poteri forti ci mettono con le spalle al muro.