Contro la peste digitale – Ognuno è figlio della sua epoca. Anche per questo prendersela con i giovani d’oggi è fuori luogo. Hanno avuto purtroppo una pessima eredità. E pure una pessima educazione.
Un’eredità fatta di mille incertezze sull’onda del disastro ecologico in atto, e come effetto domino un insieme di infinite negatività collaterali.
Un’educazione improntata sul primeggiare nel primato dei consumi, in una realtà socialmente polverizzata. Il tutto mediato da social, internet e da strumenti tecnologici che limitano i rapporti fisici e diretti da sempre presenti nelle relazioni umane. La peste digitale è pericolosamente contagiosa e colpisce soprattutto le nuove generazioni, nate con gli smart e i tablet nella culla…
Anche un mondo mosso dagli algoritmi è una pessima eredità.
Ansie da prestazione, superficialità relazionali, tempi sempre più ristretti e ritmi anfetaminici, sviluppo dell’individualismo menefreghista sono alcuni degli effetti collaterali che affliggono gli adolescenti. Le responsabilità di tutto questo appartengono però alle vecchie generazioni. Maledetti vecchiacci!!! … legati al profitto, al potere e al conformismo.
Ma, per i giovani, non tutto è perduto. Basta ricreare forme di socialità diretta, pensare più al sesso che ai social, godere della natura, degustare buone letture e fare della cultura un valore, esigere un futuro antiautoritario. Equo e solidale. Senza dimenticare che – come recità una simpatica pubblicità radiofonica – “il computer non ha il tasto della passione”.