Genova2001… un giorno prima… vent’anni dopo
1968. Movimento contagioso e antiautoritario di contestazione studentesca.
1969. Strage di Stato di piazza Fontana, 16 morti. Assassinio del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli nella questura di Milano, strategia della tensione: creare paura tra la gente per consolidare governi sempre più autoritari.
1977. Movimento creativo di contestazione, non solo studentesco e non solo giovanile. Contagiosissimo. La critica radicale contro poteri di destra e di sinistra non fa sconti a nessuno. Repressione poliziesca, carri armati a Bologna e diffusione capillare e sistematica dell’eroina per distruggere una generazione ribelle, poco disposta alla sottomissione. Si arriva alla fine degli anni Ottanta con quasi mezzo milione di tossicodipendenti in Italia.
2000. Inizia il terzo millennio con la marea montante dei movimenti che in tutto il mondo rivendicano la necessità di un punto di svolta. Risolvere i problemi di crisi ambientale, inquinamento, per il diritto a lavoro, salute, dignità delle persone, contro l’1 per mille dell’umanità che decide vita, morte e miracoli dell’intero pianeta.
2001. Luglio. Genova. Il G8 diventa l’occasione per terrorizzare chiscende in piazza. Lo Stato (di polizia) italiano è il braccio esecutivo: uccisione di Carlo Giuliani, massacro dei manifestanti, torture agli arrestati…ma sono questi poteri forti a dettare le linee della repressione: “siamo in democrazia e qualche critica ve la concediamo ma ora basta, avete esagerato e meritate una esemplare punizione”. L’essenza delle giornate di Genova sta tutta qui.
Ma la repressione non può comunque soffocare i desideri di allora, che ancora tornano, in questo nostro mondo che sta andando a pezzi.
2011. Valsusa. L’Assedio Notav porta alla ‘conquista’ della Baita Clarea e alla rinnovata fiducia nell’unità di movimento, delle lotte dal basso in difesa del territorio, fatte di vere proposte alternative.
…E oggi… In tutto il mondo continuano a sollevarsi proteste dal basso per la tutela dell’ambiente, dei territori, della salute. Sarebbe utile che ognuno ci mettesse del suo: anche in Valtellina. Qui, dove il territorio è solo un bene commerciabile, sottoposto a espropri di terreni e coltivazioni, e cemento, tutto in vista di presunti beni superiori: la viabilità veloce turistica, le olimpiadi, i nuovi centri commerciali (non ce ne sono a sufficienza?), l’installazione di “salubri” antennone 5G, lo sfruttamento idroelettrico per conto terzi…